Libri Santuario "F"
(di: Francesco Saverio Toppi)
"Francesco Saverio Toppi, “Fiumi d’Acqua Viva”. Esercizi spirituali alla scuola di Francesco d’Assisi (TAU, Collana di Testi e Ricerche di Francescanesimo 3/ Associazione Bartolo Longo per gli Studi della vita religiosa e della pietà nel Mezzogiorno8), Pompei 1995. Pp. 283, s.p."
È raro trovare un testo non destinato agli specialisti e non prodotto in ambiente accademico, che si riveli fin dal titolo per quello che contiene; che dichiari fin dal principio con esplicita onestà cosa vuol dire; che elegga, per così dire, immediatamente il suo pubblico: Fiumi d’acqua viva è, senza nascondere di esserlo, un corso di esercizi spirituali, vivificato nell’intimo e maturato alla luce del magistero di Francesco d’Assisi.
Ciò pone subito dei limiti, conseguenze delle scelte prioritarie: un corso di esercizi che riproponga all’esercitante le meditazioni udite dall’esercitare, o avrà una cadenza mensile, nel solco della pura tradizione ignaziana, o settimanale, com’è nella pratica ormai consolidata in Occidente e seguita dall’Autore.
Questo libro, dunque, vuol essere una memoria e un memoriale: memoria degli esercizi spirituali già compiuti, memoriale che rinnovi e ripresenti quella grazia, quell’esperienza interiore d’incontro con Dio che si è vissuta nei sette giorni dedicati da ogni sacerdote, religioso o cristiano impegnato al silenzio dell’anima, al deserto dello spirito, al colloquio a tu per tu con Dio.
L’andamento del testo si dispone perciò attraverso misurati ritmi di tempo: sette giornate intensissime di riflessione e di preghiera, scandite ciascuna da tre momenti, l’uno incastonato nell’altro, definite, infine, da una conclusione che – sul filo della mariologia lucana e giovannea – sintetizza nell’icona di Maria, la grazia, l’esperienza e il modello del frutto efficace degli esercizi.
L’ultima parola è il “segreto di Maria”, che mentre fisicamente chiude il volume, misteriosamente evoca l’invito a un’ulteriore ricerca, in direzione del senso, del contenuto, della luce di tale invitante enigma fin nelle profondità di Dio, che solo lo Spirito conosce. Conclusione, e, insieme, accattivante inizio: “amore crescenti inquisitio crescat inventi…”
La ricerca muove da ciò che si è trovato: con grande maestria Mons. Toppi nei primi due giorni apre mente e cuore all’oggetto del cercare, che è precisamente Colui che già ci ha trovati e in Cui soltanto ritroviamo noi stessi, al punto che ne sentiamo il bisogno: “da Dio, in Dio”.
Terzo, quarto e quinto giorno sono, invece, dedicati all’esercizio vero e proprio “nello spirito”, una sorta di viaggio e di sforzo meditativo, ascetico, orante e adorante nel paesaggio dell’anima che si è trovata in Dio; il sesto e settimo giorno, infine, delineano la mèta del lungo cammino: il trionfo pasquale, la percezione di Gesù, Dio-con-noi, l’accesso “all’amore trinitario”, l’esultanza del cuore trasformato, con Cristo, in preghiera di lode, come diFrancesco narra il Celano: “non tam orans, quam totus oratio factus…
Entro uno schema così semplice e suggestivo, Mons. Toppi, con profonda sapienza teologica, riesce a incastonare molte preziose pagine di teologia spirituale, radicate saldamente in una visione dommatica decisa, senza tentennamenti, rispettosa della migliore tradizione occidentale, ma vivificata dagli apporti più fruttuosi della riflessione orientale e aperta a integrare i più interessanti sviluppi della teologia conciliare (che ritorna continuamente attraverso citazioni dei documenti del Vaticano II) e post-conciliare, mediante sagge evocazioni di teologi contemporanei, assunte con equilibrio e acume critico di fronte a banali scadimenti o discutibili posizioni.
Tutto il libro essendo fondato saldamente sulla Scrittura, come nella più nobile teologia monastica appare quasi una serie di “Collationes in Scripturas”, un pensoso ausilio a intrattenersi con Dio, gustando nell’intimo le espressioni che Dio stesso ha usato per intrattenersi nei secoli con l’uomo.
Un filo rosso guida l’Autore nella sua riflessione teologica e spirituale, offerto dal titolo stesso: “Fiumi d’acqua viva.
Ben ventuno volte ricorre in tutto il libro la metafora dell’ ‹‹acqua viva››, ora attraverso la citazione esplicita e completa di Gv 7,37-39, ora attraverso evocazioni in forma di meditazione, ora mediante riferimenti incrociati a Isaia e Apocalisse, ora nei brani oranti che tanto spesso riassumono e concludono i pensieri.
L’immagine dell’ <<acqua viva>> domina potentemente l’ordito della riflessione: essa da un lato viene riferita immediatamente ai doni dello Spirito Santo, alla grazia che sollecita sentimenti nuovi, induce a comportamenti nuovi, determina novità di pensiero e azione, con un’efficacia realmente trasformante sul soggetto.
Ma un’altra presenza la figura dell’ <<acqua viva>> illumina, senza la quale quella precedente non potrebbe apparire: si tratta della Presenza continua, persistente, determinante del Cristo.
Qui la matrice francescana emerge in tutta la sua forza: il Cristo non è il Signore, il Dominatore potente, bensì il povero, l’Infinito che si esinanisce nel mistero dell’Incarnazione e soprattutto nel mistero dell’Eucaristia.
Le meditazioni eucaristiche, oranti effusioni trascritte con mirabile spontaneità, costituiscono il centro grafico, fisico, del pregiato volume e il punto focale teologico-spirituale dell’opera nel suo complesso.
Attraverso l’Eucaristia l’esercitante giunge al mistero della Resurrezione, che propriamente non tanto inneggia alla vittoria del Crocefisso, quanto ne segna l’estrema volontà di mitezza e povertà: il Signore vince e sparisce, lasciando il posto allo Spirito suo e del Padre, affinchè determini nel credente l’esperienza di Dio e intoni nell’anima il canto della lode.
Esperienza dello Spirito e giubilo della preghiera sono come gli spazi entro cui si muove l’Autore nel dettare i suoi esercizi spirituali, momenti intensi, tratti da un vissuto esperienziale di non comune profondità e vigore (che emerge dal lirismo della parola e dalle abbondanti citazioni poetiche), e comunicati con fraterna simpatia al lettore, per condurlo progressivamente, senza cedimenti, a trasferire nella propria vita di unione con Dio la medesima prassi.
Non sfugge a Mons. Toppi che il vero Agente degli esercizi spirituali, più che l’esercitante stesso è Dio, attraverso le meditazioni del Cristo e dello Spirito: in questo senso molto francamente, questi esercizi spirituali sono concepiti in chiave mistica, come azione dello Spirito di Dio nello spirito dell’uomo. Sta qui la differenza e il fascino di questo libro rispetto al militante volumetto di Ignazio di Loyola.
Lì si celebra, se non andiamo errati, il trionfo dell’esercitante, che combatte con se stesso perché alla fine nel suo proprio spirito il Cristo canti vittoria.
L’orizzonte ascetico e combattivo rinascimentale fa del libro di Ignazio un manuale di esercitazioni dell’anima, “Fiumi d’acqua viva” invece, sulla scia del Serafico, celebra il trionfo della grazia, l’abbandono del credente all’opera di Dio, l’Unico che viene e salva. Se il manuale ignaziano sembra vivere, come di un’anima segreta, della metafora petrina delle pietre vive (cf.1 Pt 2,5), ciascuna compattamente saldata e collegata all’altra per formare un’inattaccabile fortezza, un’invincibile armata o un’inconcussa cattedrale gotica, il ritmo del libro di Mons. Toppi sembra piuttosto essere animato dalla figura giovannea delle sorgenti (cf. Gv 4,14) che incessantemente ricevono e donano, in perenne circolazione di vita, amore, luce, gioia, invadenti forse, ma penetranti e trasformanti in un’emozionante esperienza di Dio.
(Pierluigi Cacciapuoti)
*Francesco Saverio Toppi - Piccolo testimone della Carità di Dio
(di: Massimiliano Noviello)
Presentato a brusciano, città natale di Mons. Francesco Saverio Toppi, il libro che gli ha dedicato Padre massimiliano Noviello, postulatore delle cause dei santi.
Un vescovo che fu "piccolo" testimone della Carità di Dio
Il 28 giugno 2013, la chiesa parrocchiale di san Sebastiano Martire, in Brusciano, ha fatto da straordinaria cornice alla presentazione di una essenziale, ma efficace, biografia di "Francesco Saverio Toppi. "Piccolo testimone della Carità di Dio", scritta dal cappuccino Massimiliano Noviello, postulatore delle cause dei santi, edita da Velar ed Elledici.
Insieme ai numerosi familiari, amici e conoscenti di Mons. Francesco Saverio Toppi, morto nel 2005, erano presenti il Nunzio Apostolico.
L’Arcivescovo Luigi Travaglino, originario di Brusciano come Mons. Toppi; Mons. Giovanni Rinaldi, Vescovo di Acerra; Mons. Gioacchino Illiano, Vescovo Emerito di Nocera-Sarno; il Sindaco di Brusciano, Avv. Giuseppe Romano; e il parroco, Don Salvatore Purcaro, Mons. Pasquale Mocerino, presbitero del clero di Pompei, studioso di mariologia e della storia del santuario mariano, ha introdotto i lavori tratteggiando sinteticamente la significativa continuità dei legami tra Pompei e la Chiesa nolana, iniziati con il Beato Bartolo Longo e continuati fino ai nostri tempi, quando ben tre vescovi originari di quella terra: Mons. Domenico Vacchiano, lo stesso Toppi, e Mons. Domenico Sorrentino, si sono succeduti nel governo pastorale della comunità mariana, per concludere sull’efficace lettura operata da Toppi del carisma della Chiesa pompeiana e sull’attualità dell’esemplare testimonianza di vita offerta da Longo.
Sono seguiti i saluti del Ministro Provinciale dei Cappuccini, P. Leonardo Franzese, e di Mons. Luigi Mucerino, Vicario Episcopale della diocesi di Nola, a nome dell’Arcivescovo Beniamino Depalma.
È intervenuto, poi, l’Arcivescovo di Pompei, Mons. Tommaso Caputo, che, dopo aver ricordato la straordinarietà e la grandezza di Mons. Toppi, Pastore della città mariana dal 1990 al 2001, ha riproposto, in modo particolare, alcuni tratti caratteristici del suo iter umano e spirituale, ampiamente sottolineati dalla piccola biografia di P. Noviello: l’umiltà, il rapporto con Maria e l’anelito alla comunione e all’unità, che in Toppi si coniugavano spesso come una cosa sola: "Padre Francesco Saverio – ha affermato il Pastore pompeiano – viveva immerso nel mistero della trinità, che è dono continuo, comunione, unità".
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del cappuccino Padre luigi Di Palma, Superiore del Convento di Nola, che ha, però, toccato i vari aspetti della piccolezza evangelica declinati concretamente nell’esperienza di Padre Francesco Saverio, realizzando una vera e propria via spirituale, fatta di semplicità e fiducia, di divino desiderio e amore per l’unità e la fratellanza, di disponibilità al servizio e di gioiosa gratitudine.
Il religioso, ha, infine, espresso un lusinghiero giudizio sul testo di P. Noviello: "L’autore ha dato modo all’animo di Mons. Toppi di parlare ancora a viva voce, attraverso passi tratti dai suoi scritti, suscitando in tutti noi il desiderio di attingere direttamente alla sua esperienza di contemplativo e di apostolo.
Leggendo questo testo, si resta convinti che la piccolezza evangelica, così come lui l’ha vissuta e indicata, è una strada sicura e da tutti praticabile per pervenire alla felice scoperta che Dio può e vuole farci santi".
(Autore: Sandra Franceschi)